La strage di Cutro

14.03.2023
Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio, una nave partita da Smirne (Turchia) è affondata a soli 150 metri dalla costa di Cutro: il mare si era fatto agitato e l'imbarcazione, molto carica, non ha retto, andandosi a schiantare contro uno scoglio. Il bilancio è di ben 67 persone morte di cui addirittura 14 bambini.
La mattina del 25 febbraio, un pescatore di Cutro nota un’imbarcazione distrutta e alcuni corpi galleggiare in acqua. Sono migranti provenienti dalla Turchia, la  struttura del loro vecchio motopeschereccio era collassata per il mare molto agitato (onde alte due metri): l' imbarcazione  si è spezzata in due nell’impatto. A causa dell'accaduto, sarebbero morte ben 67 persone, e i pochi sopravvissuti ne sono usciti lesionati.
Alle 4:57 di sabato 25 febbraio, una stazione radio italiana riceve un may-day da una barca in difficoltà nel mare Ionio: si tratta di un allarme senza coordinate. Quella sera poi, un aereo di Frontex, avvista il barcone in questione e lo fotogra addirittura. Il rapporto viene inviato alla base italiana dell’agenzia. Viene  appreso che quella barca è piena di persone senza alcuna protezione. 
PERCHÉ NON SONO INTERVENUTI I SOCCORSI ?
Perché per la legge, la Guardia Costiera non ha più capacità di intervenire: in riferimento a questo decreto, chi di competente ha deciso perciò di lasciare in porto le motovedette della Guardia Costiera, affidando la gestione della situazione alla Guardia di Finanzia
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